AMORI IMPOSSIBILI una trappola?o opportunità di crescita?

Category: Blog Written by Viviana Morelli

 

AMORI IMPOSSIBILI

UNA TRAPPOLA O UN OPPORTUNITA’ DI CRESCITA?

Dottoressa VIVIANA MORELLI

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In occasione di  una conferenza nello studio dove esercito ad Albano Laziale, ho scelto un argomento comune come “l’Amore Impossibile” consapevole di toccare una tematica dal duplice sapore: dolce come l’amore - amaro come l’impossibile.

Questa forte ambivalenza ci pone di fronte ad una domanda:

Gli Amori Impossibili sono una trappola o una crescita?

Poiché almeno una volta nella vita incontriamo un amore impossibile, ognuno di noi avrà un parere diverso a riguardo in quanto ognuno di noi questa esperienza l’ha vissuta in modo diverso.

La mia di risposta è.. “AMBEDUE”, mai in parti uguali ma entrambi gli aspetti vissuti nelle infinite proporzioni che la vita offre.

Ogni amore, sano o impossibile è un mondo a sé esattamente come le due persone che lo vivono.

Ogni amore passa nella nostra vita come un tornado, trasformando paesaggi e strutture e anche noi quindi possiamo , attraverso questa esperienza, ricostruirci e trasformarci in un livello sempre più alto!

A volte per crescere bisogna entrare in una trappola, comprendere quali le nostre parti che la sostengono e la nutrono ed imparare ad uscirne apprendendo il più possibile da quella esperienza.

Non è automatico né semplice; anzi è complicato, spesso doloroso e necessita di molta forza di volontà per perseguire con decisione il nostro obiettivo, quello di… ESSERE CONSAPEVOLI E LIBERI DI GESTIRE IL CONDIZIONAMENTO!!

QUALI SONO GLI AMORI IMPOSSIBILI?

Da tempo immemore le storie di amori travagliati riempiono la nostra immaginazione, nutrito la letteratura, l’arte e la musica.

Dopo Romeo e Giulietta le fiabe tradizionali le telenovelas e persino i cartoni animati sono pieni di esempi di amore che potremmo ricordare e citare e tutto ciò ha contribuito all’idea del “vissero per sempre felici e contenti”, facendoci credere che l’amore vince sempre su tutto!!

Ma la realtà non è questa!

Alcuni amori vanno semplicemente lasciati andare perché non vale la pena lottare per essi; a volte è meglio rinunciare a ciò che è irraggiungibile o che ci può fare davvero molto male!

Sono impossibili quegli amori che per loro natura sono incastrati in un’ostacolo che li rende non vivibili o impossibilitati a realizzarsi concretamente in un futuro.

Ma se questa condizione non li rende apparentemente “malati” in prima istanza o nell’immediato inizio, la stessa condizione li può trasformare nel breve tempo in una forma di “malattia”.

Amori a distanza, amori virtuali, relazioni extraconiugali, amori omosessuali, oppure tra una persona sposata e una single, amori tra persone con un divario di età notevole o con una condizione sociale estremamente diversa; amori tra due persone con le stesse strutture caratteriali e gli stessi bisogni dove uno dei due fa resistenza ma l’altro continua ad insistere, amori tra dipendenti affettivi dove un crocerossino-crocerossina tende ad amare o salvare un dipendente di vario genere che imbrigliato nel suo problema non fa altro che rendere il “salvatore-amante” impotente, quindi rifiutarlo. Potremmo seguitare un bel po’ in questo elenco!

Ma allora perché non riusciamo a rinunciare a questa attrazione fatale? Per quella “legge del piacere” che ci porta a desiderare ciò che è più vietato oppure per l’eccitazione che la sfida ci dà? Semplicemente perché riceviamo attenzioni e il bisogno di qualcuno è primario e quindi per dipendenza affettiva?

Più l’amore è difficile da vivere più è desiderabile e quindi passionale.

La moglie di un altro o il marito di un’altra possono esseri oggetti molto desiderabili proprio per questa triangolazione; come una donna algida mette alla prova tutta la capacità di conquista di un uomo, così un uomo narciso e distaccato solletica la donna insicura che vuole ad ogni costo averlo per sé.

Non tutti hanno il buon senso di fermarsi e cercare altrove e quindi il gioco del “bello e impossibile” inizia. Spesso la cosa che ci lega a questo sentimento è la scossa di adrenalina provocata dalla sfida dove troviamo anche qualcosa “di dolce” che ci dice che quella cosa che sta nascendo vale la pena viverla fino in fondo.

Spesso sono amori sbagliati, non sani che come dicevamo ci daranno del dolore; ma, per fortuna, anche in questo, c’è la sempre l’eccezione che fa la regola.

Del resto siamo qui per lavorare sulla Consapevolezza. Analizzare insieme lo schema della “relazione-trappola”, comprendere ciò che ci sta accadendo o ci è accaduto per trasformare questa esperienza in una forte opportunità di crescita.

Vediamo in cosa consiste la trappola:

Parliamo di “copioni” quando un comportamento è recidivo e segue uno schema prefissato. Scegliamo “persone sbagliate” che non potranno soddisfare i nostri bisogni; le scegliamo con quelle caratteristiche citate sopra, siamo attratte da loro e crediamo che ci renderanno felici, ma senza accorgerci agiamo così per un condizionamento profondo: una paura inconscia di legarsi, di donarsi all’altro.

Uno schema infantile di amore narcisistico porta il protagonista a cercare emozioni nuove, evitando il legame e allontanandosi da quell’amore reale adulto e duraturo che prevede impegno e progetto.

Questi protagonisti, uomini o donne che siano, collezionano amori di una durata limitata per un bisogno egocentrico di continua ricerca di emozioni e di piacere. In genere lasciano una scia di “vittime” e tendono ad abbandonare quindi, quando sentono venir meno il piacere convincendosi spesso di “non essere stati amati abbastanza”. Prediligono relazioni parallele con la conseguenza che quando “abbandoneranno” non rimarranno mai soli.

Questo profilo può risultare antipatico, il conquistatore narciso lo è….ma per molti partner che si incastrano in questo gioco in realtà è molto affascinante.

Dobbiamo ricordarci che dietro una personalità narcisistica c’è una persona che soffre o nega il proprio dolore. L’altro protagonista della relazione ha lo stesso bisogno, la stessa negazione, come su una scacchiera entrambi cercano mosse vincenti all’interno di un gioco perdente in partenza.

In una intervista di Raffaella de Santis a Z. Bauman, alla domanda:

 Cos'è che ci spinge a cercare sempre nuove storie? Z. Bauman risponde
"Il bisogno di amare ed essere amati, in una continua ricerca di appagamento, senza essere mai sicuri di essere stati soddisfatti abbastanza. L'amore liquido è proprio questo: un amore diviso tra il desiderio di emozioni e la paura del legame".

Sulle relazioni virtuali appunto nel 2003 il famoso sociologo Z. Bauman conia questo termine, “amore liquido” fa una analisi del cambiamento della nostra società dove la legge del “tutto e subito” si nutre e cresce nel mondo virtuale, inevitabilmente nel reale.

Ormai salgono al primo posto in classifica gli amori impossibili perché virtuali e non reali. Incredibilmente presenti nella mente e nell’anima di una fascia di persone, potenzialmente molto dolorosi e spesso distruttivi.

La dipendenza da chat è una delle nuove dipendenze.

Un tempo la comunicazione prevedeva che un legame fosse stabilito. Io potevo comunicare tendenzialmente con una persona che conoscevo, tranne rare eccezioni. Oggi la prossimità virtuale separa la comunicazione dalla relazione. Non c’è relazione prima della comunicazione, né è necessario averla dopo.

“Essere connessi” è meno costoso che “essere sentimentalmente impegnati”, non si costruisce un legame e ci disimpegna con un clic.

Z. Bauman ci spiega che l’imprinting che la nostra società lascia è un allettante promessa che si può avere tutto senza lavoro senza sforzo e sacrificio. Ma l’amore non si compra in un negozio, necessita di impegno tempo e dedizione. L’amore unico ed esclusivo prevede coraggio e tanto impegno.

Quando ciò che ci circonda diventa incerto, ci illudiamo di “avere tante seconde scelte” che ci compensano la sofferenza della precarietà di ciò che in quel momento viviamo. Il parallelismo relazionale come “boa di salvataggio” contro l’angoscia.

Queste riflessioni generali e profonde sulla qualità dell’amore nel nostro momento storico, evidenzia come  la legge del TUTTO E SUBITO ha permeato la nostra società. Diviene linfa vitale per gli amori Impossibili, malati  e per gli “ amori liquidi”.

Questi rapporti impossibili trascinano con sè un uso quasi inevitabile di bugie, omissioni o parziali verità inserite nel rapporto come un tentativo bonario per eliminare le complicazioni oppure usate per una mancanza di coraggio o di autenticità.

Ma oggi, nella nuova era dei social come Whatsapp o Facebook, è molto più facile essere scoperti per un evidente uso maldestro di questi o altri mezzi mediatici, creando così una ulteriore tensione e a volte veri e propri disastri.

Ricorre spesso in terapia il fenomeno della falsa identità: In questa gioco di immagine di se non vera, vendiamo il meglio di noi, ci costruiamo un fotografia di noi stessi ideale da utilizzare in una relazione virtuale ma non solo, sicuramente per soddisfare un bisogno di conquista e di amore.

 Ma tutto ciò con quale risultato?

Quindi avrò sì ottenuto amore o riconoscimento ma attraverso una menzogna che richiede energie per essere mantenuta ma che alla fine non mi appagherà perché non sono stato accettato, amato per ciò che sono veramente!

Questa diviene una ottima motivazione per un altro giro di conquiste!

Esempio comune di Amore impossibile è l’incontro di due persone sposate. Fuori dalle loro rispettive coppie  iniziano una relazione dove spesso si innamorano, come dice Alberoni, per un “accumulo depressivo”, una ferita pregressa che ha creato un disagio nella relazione ufficiale.

In psicoterapia spesso si riscontra che Le persone interessate a questo fenomeno cercano un amore diverso o più amore di quello che hanno già, solo per un bisogno personale. Cioè che la coppia ufficiale è non sempre risulta essere un fallimento a ben vedere.

Se c’è uno schema antico che tendiamo a ripetere, “un copione”, siamo portatori di una FAME D’AMORE che rischiamo di investire su una persona sbagliata.

Il nuovo amore viene idealizzato e vissuto come la soluzione di tutti i mali, ma la delusione è dietro l’angolo.

Vari anni fa un autore molto letto fu P. Schellembaum, famoso per aver scritto “La ferita dei non amati”, si interessò a questi cosiddetti -giochi di non amore- trappole e copioni. In sintesi “la ferita” rappresenta quella condizione iniziale di mancanza di amore e scarso riconoscimento che ci porta continuamente alla ricerca di riempimento e cura per sanare quel danno iniziale senza mai riuscire a colmare la lacuna.

Nella descrizione di alcuni copioni Schellembaum evidenzia che dopo il benessere iniziale dato dall’idealizzazione dell’amato,  lo scopo del soggetto è trovargli il difetto, l’errore, le mancanze che l’amato ha rispetto all’ideale immaginario. Questa ricerca, proprio per l’antitesi ideale-reale, ci conduce inevitabilmente a non trovare ciò che stiamo cercando colpevolizzando ingiustamente il nostro “amato”  fino al punto di aggredirlo o abbandonarlo.

Il copione “ancora una volta l’uomo sbagliato” prevede la protagonista profondamente innamorata che inizia a collezionare delusioni sulle proprie aspettative fino a provare rancore e punire l’uomo con l’abbandono! Chiaramente può essere anche un copione maschile.

Quindi in questo palcoscenico dell’Amore Impossibile il protagonista vero è il nostro Bambino interiore nevrotico e vendicativo! Il bambino in noi porta con se quella memoria legata ai primi legami con le figure genitoriali o loro sostituti. Legami che non si sono radicati a sufficienza, che hanno prodotto un trauma.

Prendiamo Il copione “non sono adeguata e per questo non mi ami abbastanza”.

Una donna che si sente non amata tende ad attribuirsi la responsabilità della mancanza di amore; entra in un senso di colpa che proviene dalle radici antiche di una l’educazione subita; si sente sbagliata. Questo stato di cose e il disagio che ne deriva fanno si che lei entri in uno stato interiore in cui  tende a compiacere l’altro annullando i propri bisogni, si mette a confronto con altre figure femminili comprese ex amanti, mogli e fidanzate chiedendosi ossessivamente “ cosa ha l’altra che io non ho….”. Così facendo insegue e pretende le attenzioni del partner collezionando spesso solo delusioni che sfociano in un malessere continuo che si ripete e nella colpevolizzazione dell’amato. Si può passare con grande facilità dal dolore al rancore e dalla rabbia alla vendetta.

Chiaramente queste dinamiche sono presenti in ogni coppia quindi sia tra conviventi di una coppia reale sia tra amanti in una relazione impossibile. Ma nell’amore impossibile, quello nascosto, rubato, il tutto prende dei colori molto più accesi con toni e tinte a volte molto forti.

LO SCOPO FINALE DI QUESTI GIOCHI DI NON AMORE E’ L’ODIO

In molti casi si collezionano amori scaturiti da “sindrome del Don Giovanni” che poi vengono abbandonati per poi ricercare altri con la stessa modalità, una nuova conquista amorosa da collezionare entrando in un gioco senza fine chiamato “coazione a ripetere”.

In altri “giochi di non amore”  la chiusura finale non c’è, non arriva mai.

I due protagonisti non riescono a lasciarsi innescando un distruttivo e a volte lunghissimo stillicidio emozionale.

Nel primo caso, nella “Sindrome del Don Giovanni”, il termine corretto che identifica meglio tale condizione è “dipendenza sessuale” poiché la pulsione sessuale è la compulsione predominante.

Personalmente credo che dietro la conquista sessuale sia di uomini che di donne si nasconda un bisogno di conferma che include un coinvolgimento globale, sesso cuore e anima, anche se le singole parti sono vissute con pesi e importanze diverse.

Comunque, sia nell’abbandono-fuga che nella ricerca compulsiva che rasenta lo stalking, l’impulso finale è sempre di “colpire e odiare”.

 Avendo quindi questo sentimento antico da scontare e agire, possiamo comprendere facilmente il motivo che alimenta questa perseveranza a mantenere in vita questi amori che per loro natura non portano benessere e appagamento.

Li manteniamo in vita perché abbiamo bisogno di un oggetto da odiare, un bersaglio da colpire.

Una lettura diversa della stessa tematica che secondo me non esclude ma completa la dinamica precedente, punta sulla “dipendenza affettiva”.

E’ negli anni 80 che si introduce questo termine, appunto quello di dipendenza affettiva.

Attualmente Nicola Ghezzani nei suoi libri specifica quanto noi tutti siamo dipendenti affettivi e come tale dipendenza è sempre più presente non solo tra le donne ma anche e forse sempre di più tra gli uomini. Chiaramente la dipendenza può attivare un copione perverso di comportamento che assume varie sfumature di patologia.

La caratteristica principale del “dipendente affettivo” è un drammatico e ossessivo desiderio amoroso. Un oscillazione perenne tra illusione e delusione, tra passione e disperazione.

Ghezzani distingue tre fasi:

LA SOTTOMISSIONE: compiacenza e non ascolto dei propri veri sentimenti, ANGOSCIA: nel non essere corrisposto vive il dolore del rifiuto, si colpevolizza si annienta ma non si rassegna. RIVENDICAZIONE: pervaso dall’angoscia di annientamento relativa al rifiuto, indirizza la sua disperazione e la rabbia traducendosi in una volontà di controllo.

I DIPENDENTE AFFETTIVO “ESIGE DI ESSERE AMATO”. Mentre chi ama veramente accetta la posizione esistenziale dell’altro, vuole il suo bene e se lo vede allontanarsi proverà ovviamente dolore, ma accetterà, anche se con difficoltà, questa condizione.

Un copione che rappresenta la Dipendenza affettiva, è stato descritto sopra:

 “non mi ami perché sono inadeguata”, oppure “amami come io ti amo”, dove l’annullamento di se è ben evidente.

Vediamo quali sono i FATTORI PREDISPONENTI comuni alla dipendenza affettiva e quindi agli amori impossibili:

COME USCIRE DALLA TRAPPOLA

Una volta iniziato, l’amore impossibile diventa attraente, dà dipendenza come fosse una droga e se non siamo stati capaci di fermarci prima che i nostri sistemi  fisiologici si mettano in moto, il nostro cervello riprodurrà le stesse sensazioni di benessere, gli stessi stimoli piacevoli che danno il cibo, il sesso e lo stesso Internet.

Possiamo affermare che queste diverse dipendenze hanno un comune effetto cerebrale: il rilascio di oppioidi ed in particolare di dopamina che funziona come segnale  e fissatore dei ricordi: «questo stimolo mi piace, devo ricordarmelo»…..si innesca un comportamento di ricerca e di compulsione” (C. Venturini)

Per rompere questi meccanismi dobbiamo ricordarci che gli Amori sani, sono leggeri reali, non portano dubbi e lacrime. Sarà difficile e faticoso allontanarsi da questa “droga di amore” ma occupandoci di noi stessi possiamo procedere per una disintossicazione!

Quindi il nostro impegno primario ora è quello di aumentare il nostro livello di CONSAPEVOLEZZA:

  1. prendiamo coscienza se ci stiamo chiedendo da tempo se siamo felici veramente; se il nostro corpo manda segnali di “malessere esistenziale” con manifestazioni che vanno dall’ansia all’insonnia o da una inquietudine che si tramuta in angoscia. Spesso c’è una vocina interiore che aveva dato o ci sta dando l’allarme.
  2. domandiamoci se stiamo curando i nostri interessi che riguardano la realizzazione di desideri autenticio piuttosto l'appagamento di bisogni affettivi urgenti .
  3. Ascoltiamociper comprendere se si sta facendo un investimento nel proprio futuro e non chiudere gli occhi per abbandonarsi all'illusione del momento. Quindi poniamoci la domanda: come mi vedo tra cinque anni? Vedo ancora questa persona
  4. di cui sono innamorata, ma che sfugge? Ci sarà una possibilità di crescita?

Se osserviamo i vari copioni possiamo riassumere: che gli amori impossibili sono carenti di Intimità e di Impegno. Se vogliamo concentrarci sull’amore sano dobbiamo essere consapevoli che:

L’autenticità porta alla relazione con reciprocità e impegno.

La menzogna si lega alla Paura del Legame.

Se ci riconosciamo nei “giochi di non amore” dove lo scopo finale è scaricare l’odio, il rancore e la rabbia….con tutto il dolore che alimenta questi sentimenti. Dobbiamo, probabilmente attraverso un aiuto professionale, lavorare su questa ferita antica.

Non possiamo amare nessuno se non ci perdoniamo l’odio che ci portiamo dentro. Dobbiamo perdonarci per amare.

Guardiamo in noi stessi

Nicola Ghezzani ci aiuta ad utilizzare le domande che lui stesso applica in seduta alle donne sconfortate dall’amore che vivono. Semplici domande improntate sulla verità e la reciprocità, ne vediamo alcune.

Domanda sulla verità: Guardati dentro e chiediti cosa trovi in lui di  veramente speciale, quali qualità possiede che non si può fare a meno di amare?

Domanda sulla reciprocità: “ora guarda dentro di lui e dimmi, quali qualità lui vede in te, così meravigliose che non si può fare a meno di amare?”

Domandati “quale ideale di coppia persegui? Se sposi un ideale di coppia, che lui non condivide.  Cosa costruisci ?

La dipendente affettiva serve un codice morale “io esigo che lui mi ami, perché solo se lui mi ama mi sento degna ”……ma questo sistema ha portato solo servitù, umiliazione, sofferenza e non va più seguito. (liberamente tratto da Amori impossibili- Nicola Ghezzani)     

La crescita è proprio su questo punto. Non alimentando ancora l’odio e il rancore mi perdono perdonando l’altro.

AMARSI PER POTER AMARE ED ESSERE AMATO

Questo il nuovo codice morale.

Finiamo con una metafora utilissima…..

“Ma tu mi ami?” chiese Alice. “No, non ti amo” rispose il Bianconiglio”

Alice corrugò la fronte e iniziò a sfregarsi le mani nervosamente, come faceva sempre quando era nervosa.

«Ecco, vedi? – disse il Bianconiglio – Ora ti starai chiedendo quale sia la tua colpa, perché non riesci a volerti almeno un po’ di bene, cosa ti renda così imperfetta, frammentata. Proprio per questo non posso amarti. Perché ci saranno dei giorni nei quali sarò stanco, adirato, con la testa tra le nuvole e ti ferirò. Ogni giorno accade di calpestare i sentimenti per noia, sbadataggine, incomprensione. Ma se non ti ami almeno un po’, se non crei una corazza di pura gioia intorno al tuo cuore, i miei deboli dardi si faranno letali e ti distruggeranno. La prima volta che ti ho incontrata ho fatto un patto con me stesso: mi sarei impedito di amarti fino a che non avessi imparato tu per prima a sentirti preziosa per te stessa. Perciò, Alice no, non ti amo. Non posso farlo.»

…..con questo GRAZIE PER L’ATTENZIONE!

Libri di riferimento

Nicola Ghezzani-  L’amore impossibile-

Peter Shellembaum – La ferita dei non amati-

Bauman – Amore liquido-

Pubblicazioni sulla dipendenza affettiva A.C. Venturini